RITRATTI
Il ritratto è uno dei generi fotografici più complicati perché pone davvero faccia a faccia due persone. Osservo i soggetti delle mie foto come se fossimo due onde nello stesso oceano. Due onde uniche e irripetibili, ognuna che nasce, si sviluppa e poi si dissolve come nessun’altra. Ognuna ha caratteristiche esclusive e senza eguali. E nello stesso tempo entrambe sono acqua, oceano, la stessa cosa. Scattando a volte riconosco qualcosa di me nella persona che fotografo, altre volte rimango sbalordito da come siamo diversi.
Capita che il nostro incontro sia difficile e la piega che prendono le cose dipende da un’infinità di fattori, incluso il modo nel quale io rispondo alla situazione. A volte mi sento particolarmente entusiasta e curioso, altre volte qualcosa mi disturba. In ogni caso mentre scatto non mi limito ad osservare il soggetto, osservo anche me stesso perché ogni incontro presenta stimoli e difficoltà diverse. Se faccio attenzione, oltre a cogliere un aspetto di quella persona con la mia macchina fotografica ho l’opportunità di scoprire qualcosa di me. Questo è uno dei grandi privilegi di essere fotografo. Ed è anche uno dei motivi per cui io fotografo.
La luce indubbiamente è uno degli ingredienti principali, ma non l’unico. Ci sono ritratti con un’illuminazione impeccabile che, di fatto, risultano un po’ vuoti perché non mostrano nulla di intimo del soggetto. Un ritratto è più interessante quando tocca lo spettatore e aiuta a sintonizzarsi con un certo stato d’animo.